Il 20 agosto i cittadini dell’Ecuador hanno votato per bloccare le distruttive attività fossili nella terra dei popoli incontattati nel Parco nazionale Yasuní, che si estende nella regione amazzonica del Paese per oltre 980mila ettari. È però un punto di partenza nell’area, come insegna il vicino caso della riserva di Napo Tigre in Perù.
Il 20 agosto il popolo ecuadoriano ha detto “Sì al Yasuní”, esprimendo a uno storico referendum il 58,9% delle preferenze contro le trivellazioni petrolifere dentro l’omonimo Parco nazionale. Le popolazioni autoctone Tagaeri, Taromenane e Dugakaeri vincono così la battaglia per la loro sopravvivenza. “Abbiamo salvato il loro territorio, le loro vite, la loro sovranità alimentare e le loro medicine nella foresta sacra di Yasuni”, commenta Leonidas Iza, presidente dell’Organizzazione nazionale indigena dell’Ecuador CONAIE. Continua nell’ ALLEGATO
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