① Mons. Arturo, pastore umile ma pieno di speranza
Conoscevamo già, grazie all’esperienza dello scorso anno, le doti di resistenza alla fatica di mons. Arturo Fajardo, ma questa volta ha superato se stesso. In tre giorni di permanenza a Crema, oltre al nostro vescovo, mons. Daniele, il vescovo uruguayano ha conosciuto diverse realtà delle diocesi di Crema e Lodi, lasciando ovunque un profumo di semplicità, mescolato ad un profondo amore per la gente e a un incrollabile fede nella misericordia di Dio.
Un master in Speranza
Ad elencare tutte le tutte le realtà incontrate si rischia la monotonia. È sufficiente ricordare che ha iniziato la sua visita in terra Cremasca visitando l’Azione Cattolica e, transitando attraverso diverse Realtà Missionarie, ha incontrato la Comunità Latinoamericana, con la quale ha celebrato la messa, la Pastorale Familiare, la Pastorale Giovanile, per poi concludere con l’incontro con il clero diocesano, avvenuto durante una pausa del Ritiro Spirituale in atto a Caravaggio. Senza contare i singoli incontri che che hanno costellato la presenza di un Pastore che ha lasciato al suo passaggio una scia di simpatia, di disponibilità e soprattutto di speranza.
Accompagnato da Igor Alcalde, giornalista e informatico che cura sia il sito della diocesi di S. José de Mayo che quello della Conferenza Episcopale dell’Uruguay, e da padre Andrés Paredes, sacerdote diocesano di recente nomina, mons. Arturo ha approfittato della conclusione della visita “ad Limina” dell’episcopato del suo Paese per incontrare il nuovo vescovo di Crema e riconfermare alcuni alcuni punti sostanziali del contatto ormai collaudato S. José de Mayo – Crema. Continua nell’ ALLEGATO
② Alcuni fotogrammi per ricordare la visita di mons. Arturo
Durante la Messa a Cascina Emmaus con Durante l’incontro con l’Azione Cattolica
gli Amici di Crema per la Missioni. Diocesana
Durante la Messa a S. Giacomo con la Incontrando alcuni Gruppi Missionari
Comunità Latinomericana
Con la Pastorale Giovanile A Caravaggio con il Clero Diocesano
B) LA SCOMPARSA DI DON VITO GROPPELLI
① L’esperienza missionaria di don Vito (Redazione)
Don Vito Groppelli, nato a Crespiatica nel 1939 e ordinato sacerdote il 27 giugno 1964, dopo aver svolto per cinque anni il ministero sacerdotale come vicario nella parrocchia di Scannabue e per altri tre a San Michele, nell’aprile del 1972 è partito per il Paranà, nel Brasile del Sud, come sacerdote Fidei Donum.
Dopo aver inizialmente pensato di entrare in un Istituto orientato verso l’Africa, accolse l’appello di Giovanni XXIII in favore dell’America Latina, scegliendo di terminare gli studi a Crema, per continuare a essere ‘espressione’ sua in campo missionario. Per questo la scelta di agganciarsi al PIME, che gli ha consentito appunto di mantenere il legame giuridico con la Chiesa d’origine ed essere sacerdote per quella Universale.
Dal 1972, eserciterà per oltre quarant’anni il suo ministero nella diocesi di Londrina. Con una parentesi di due anni nei quali si trasferì a Salvador da Bahia per accompagnare una nuova esperienza missionaria voluta dall’allora vescovo di Crema monsignor Angelo Paravisi.
In Brasile inizia coadiuvando nel discernimento vocazionale di ragazzi aspiranti missionari, provenienti da una quindicina di altre diocesi, diventando poi rettore e docente di un po’ tutte le aree della teologia.
In seguito fu incaricato dall’assemblea dei vescovi, presieduta dall’arcivescovo Geraldo Fernandez, di fare una ricerca per documentare le situazioni di ingiustizia esistenti nelle grandi proprietà terriere coltivate a canna da zucchero, assumendosi tutta la responsabilità dello scandalo seguito alla successiva diffusione sulla stampa brasiliana dei risultati che mettevano in evidenza le grandi ingiustizie perpetrate dai ricchi.
Diventato vicario generale – incarico ricoperto in continuità al fianco di quattro vescovi – don Vito svolgeva anche attività pastorale presso alcune parrocchie nei dintorni della città. Percependo i forti disagi e le grosse difficoltà delle famiglie presenti, s’è poi specializzato in psicoterapia familiare.
L’impegno in questo ambito l’ha successivamente portato a iniziare – nel 1982, anche con l’aiuto determinante di amici cremaschi – la realizzazione di una struttura per l’accoglienza temporanea di nuclei familiari e persone in difficoltà. E l’ha chiamata Nazaret Santuario della Famiglia, perché, spiega, “la Chiesa è una vera famiglia”.
Il Centro era costituito inizialmente da un fabbricato con la residenza delle suore e 6 camere per l’accoglienza temporanea di persone in difficoltà, a cui sono stati aggiunti una cinquantina di apparentamenti per famiglie, un teatro e una chiesa. L’attività prosegue oggi sotto la guida delle suore Clarettiane, a cui don Vito ha lasciato tutto, a condizione che, nel giorno in cui non saranno più in grado di gestirlo, lo regalino a una istituzione che possa portare avanti l’attività.
Tre anni fa, compiuti i fatidici 75 anni, don Vito è rientrato in diocesi definitivamente. Ogni mese celebrava la Messa in lingua portoghese per la Comunità Brasiliana, spesso al Santuario della Pallavicina e, in occasione delle festività, aiutava qualche confratello nelle singole parrocchie. A gennaio 2018 sarebbe andato ad abitare in un appartamento situato nella Casa Parrocchiale di Offanengo.
② Il Testamento Spirituale di don Vito (P. Vittorino Groppelli)
Signore,
Nei prossimi mesi compirò 50 anni di ordinazione sacerdotale (26.06.1964) e 75 settantacinque anni della mia vita (08.07.1939). Mi raccolgo in preghiera per preparare l’ora in cui potrò alzarmi in volo per arrivare alle altezze dell’anima e contemplare finalmente il Tuo volto. Ti ho cercato per tutta la vita, ho sviato diverse volte dal cammino e addirittura qualche volta mi sono perduto, ma non ho mai smesso di andare avanti e di tentare di nuovo. Ti sono grato per la meta che raggiungo ora che la vita terrena termina. Non sono stato degno di tanta grazia ricevuta, della vita, della famiglia cristiana che mi accolse e mi allevò, della Chiesa che mi battezzò e irrigò la mia vocazione sacerdotale, del Brasile dove ho vissuto anni di apostolato pieni di manifestazioni della Tua misericordia, Ti chiedo perdono per i peccati e per le contraddizioni, così come lo chiedo a tutti coloro che ho offeso, ho deluso, ho tralasciato di aiutare. Continua nell’ ALLEGATO
③ Nel prossimo numero… pubblicheremo altre testimonianze sulla vita e l’opera di don Vito. Aspettiamo i vostri contributi…
C) L’IMPEGNO DELL’AVVENTO
Un gesto d’amore per mamme e bambini
Abbiamo chiamato così l’idea di costruire una sala parto nella cittadina di Benguele, situata nella regione sud orientale dello Zambia. Un progetto che, per l’ideatore, p. Francesco Valdameri, aiuterà non solo mamme e bambini, ma aiuterà anche gli uomini non più costretti ad abbandonare la terra per trasferirsi in città.
La situazione
Benguele è una cittadina di poche migliaia di abitanti a 28 Km da Kalichero, vicino al confine col Mozambico, il centro locale più importante, sede anche della bella chiesa parrocchiale costruita dal nostro padre Valdameri, il missionario monfortano che da oltre cinquant’anni vive e opera in questa regione meridionale dello Zambia. È una zona agricola, una delle poche ben coltivate di un Paese che ha destinato solo il 7% del territorio ai prodotti della terra. Sono almeno 5.000 i contadini che vivono del loro lavoro, mantenendo in modo dignitoso le proprie famiglie.
Tutto perfetto allora?
No, perché a Benguele non possono nascere bambini. Continua nell’ ALLEGATO
D) RIPRENDONO GLI INCONTRI DI ANIMAZIONE MISSIONARIA
Con il mese di febbraio, esattamente domenica 11 febbraio, riprendono gli incontri di Animazione Missionaria per i Gruppi e le persone interessate alle tematiche missionarie. La scelta di questa data è motivata dal fatto che avremo come ospite-guida il vescovo mons. Daniele. La presenza del nostro Vescovo non sarà un semplice gesto di cortesia, ma sarà un’occasione importante per riflettere e di confrontarci con il nostro Pastore sui temi della Missione e del senso del nostro impegno in quella direzione. Un incontro che acquista un valore particolare perché mons. Gianotti, appena ritornato dal viaggio in Uruguay previsto dal 28 gennaio al 6 febbraio 2018, ci parlerà della situazione attuale e del futuro della Missione Cremasca al Delta del Tigre e di come sostenere l’impegno assunto con la diocesi di san Josè de Mayo.
Data l’importanza dell’incontro e contando su una buona partecipazione, pensiamo di organizzare l’incontro presso il Salone del Centro Giovanile S. Luigi.
Ulteriori informazioni vi saranno date nei prossimi numeri della Comunicazione. Per il momento vi prego di annotarvi con cura la data e, mi raccomando, non prendete altri impegni!!!