Oggi celebriamo la terza domenica di Avvento, caratterizzata dall’invito di san Paolo: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino» (Fil 4,4-5). Non è un’allegria superficiale o puramente emotiva, quella alla quale ci esorta l’Apostolo, e nemmeno quella mondana o quella allegria del consumismo. No, non è questa, ma si tratta di una gioia più autentica, di cui siamo chiamati a riscoprire il sapore. Il sapore della vera gioia.
Carissimi Fratelli e Sorelle,
E’ una gioia che tocca l’intimo del nostro essere, mentre attendiamo Gesù che è già venuto a portare la salvezza al mondo, il Messia promesso, nato a Betlemme dalla Vergine Maria. La liturgia della Parola ci offre il contesto adeguato per comprendere e vivere questa gioia. Isaia parla di deserto, di terra arida, di steppa (cfr 35,1); il profeta ha davanti a sé mani fiacche, ginocchia vacillanti, cuori smarriti, ciechi, sordi e muti (cfr vv. 3-6). È il quadro di una situazione di desolazione, di un destino inesorabile senza Dio. L’Angelus continua nell’ ALLEGATO