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Notiziario – riflessioni

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

sinceramente non ce lo aspettavamo! Questo dilagare spaventoso del virus per tutta la Penisola ci ha colto davvero di sorpresa. È vero che qualcuno ci aveva avvertito di una probabile recrudescenza autunnale, ma eravamo troppo intenti a recuperare il tempo perduto.
Così ci siamo dimenticati di tutti i buoni propositi appena formulati, quando dicevamo solennemente che “niente sarà più come prima” o “siamo tutti sulla stessa barca”. Siamo invece tornati a vivere esattamente come vivevamo prima.
Anzi qualcuno ha fatto di peggio…
Qualche illustre virologo ci ha spiegato con naturalezza che il virus era clinicamente morto. Qualche politico, desideroso di mettersi in mostra, si è tolto la mascherina, sostenendo che bisognava pur vivere. Poi è stata la volta delle discoteche. Insomma ci siamo dimenticati che tutto era davvero cambiato e, mentre ancora una volta abbiamo dato prova di non saper imparare dalla Storia, Covid-19 ha proseguito per la sua strada, l’unica che conosce e che sa praticare: riprodursi, riprodursi, riprodursi.
Così il risveglio è stato traumatico e per molti inaccettabile.          Continua nell’ ALLEGATO

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PAPA FRANCESCO ED I DIRITTI UMANI (José María Castillo)

3a. Diritti umaniLa decisione di papa Francesco, secondo la quale le persone omosessuali possono contrarre un matrimonio civile, dal momento che il diritto canonico (can. 1055) definisce il suddetto matrimonio come “l’unione di un uomo e una donna per tutta la vita”, è stata una delle grandi notizie del momento, in un mondo così convulso per notizie sensazionali, come stiamo vivendo.

Come è logico, la decisione ha interessato soprattutto le persone omosessuali. Ma, se questa questione viene pensata con più calma, possiamo e dobbiamo dire che stiamo vivendo un evento che trascende il problema dell’omosessualità. Questo certamente. Ma non solo e non principalmente questo. Senza esagerare in alcun modo, possiamo affermare con certezza che stiamo assistendo al superamento della stagnazione che la Chiesa si trascina da quando nel sec. XVIII è stata superata dall’Illuminismo.
Infatti, che si creda o no, la Chiesa è stata emarginata nella società e nella cultura moderna a partire dall’evento della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (1789-1791). Dichiarazione alla quale papa Pio VI il 29 marzo 1790 si oppose fermamente in un’assemblea di cardinali, nella quale il papa affermò che i diritti umani erano un attacco e una ferita che si facevano alla religione ed ai diritti della Santa Sede. E così il papato restò fermo da Pio VI nel 1790, fino a Pio X nel 1906.            Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che sia un grande privilegio per tutti noi qui presenti  partecipare a questa Veglia Missionaria che per la nostra Diocesi assume un valore che definirei storico.
Quante volte ci siamo amaramente  dati appuntamento per il 17 del mese successivo per ricordare insieme e pregare per la liberazione di padre Gigi Maccalli ed oggi, vigilia della Giornata missionaria mondiale (la 94a per la precisione) ci ritroviamo a festeggiare e ringraziare il Signore per la sua liberazione e a ricordare il primo anniversario della beatificazione di Padre Alfredo Cremonesi. Se la Giornata missionaria è la festa della missione, non si poteva scegliere giorno migliore per ricordare questi splendidi avvenimenti.
Siamo perfettamente consapevoli che la liberazione di Padre Gigi non è opera nostra, tuttavia un po’ ci appartiene se  non altro per la costanza e la forza con le quali l’abbiamo desiderata. La nostra fede non è mai venuta meno, anche quando la ragione ci era contro, e possiamo dire di aver sperato contro ogni speranza,
Ma ciò che ha caratterizzato questi nostri sentimenti e queste nostre azioni è la coralità. Una coralità che, superando campanilismi e particolarismi atavici, ha saputo costruire una catena di preghiere e di riflessioni davvero profonde e unitarie. Il rapimento di padre Gigi, come gli ho detto scherzosamente al telefono ieri mattina, ha compiuto il miracolo di farci sentire un cuore solo e un’anima sola, recuperando un senso di appartenenza diocesana e territoriale davvero ammirevole ed encomiabile. In questo modo tutta una comunità ha tessuto intorno al nostro missionario una grande coperta di fraternità.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

lascio volentieri la penna al vescovo Daniele che, con il suo Comunicato ufficiale interpreta tutti i nostri sentimenti riguardo alla liberazione di Padre Gigi…
«Con gioia grandissima, al suono festoso delle campane della Cattedrale, della sua parrocchia di Madignano e di tante chiese delle diocesi di Crema, abbiamo accolto nella serata di giovedì 8 ottobre 2020 la notizia della liberazione, avvenuta in Mali, di padre Gigi Maccalli e di altri ostaggi che ne condividevano la prigionia: una prigionia durata, per lui, quasi venticinque mesi, da quel 17 settembre 2018 che ne ha visto il rapimento nella sua parrocchia di Bomoanga, in Niger.
La gioia di tutta la Diocesi di Crema si unisce a quella dei familiari di padre Gigi – e specialmente della sorella Clementina e dei fratelli Angelo e p. Walter –, dei confratelli missionari della Società delle Missioni Africane, della diocesi di Niamey, dai tanti amici che in questi lunghi mesi hanno condiviso l’apprensione, le speranze, la preghiera e l’attesa.
Grazie a quanti hanno pregato e operato per questa liberazione!        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                               non potevamo non dedicare l’entrata del nuovo numero della Comunicazione Missionaria a don Roberto MALGESINI. E lo facciamo non perché è un prete e per questo la sua morte vale di più, ma perché la sua tragedia, proprio perché appare assurda in ogni suo aspetto, riassume l’altrettanto assurda gestione della politica migratoria di questi ultimi anni. Ci auguriamo che il sacrificio di don Roberto risvegli la coscienza e l’attenzione nostra e di può e deve intervenire su una realtà, quella migratoria,  che va finalmente affrontata nella sua globalità e non inseguendo i mali di pancia di qualcuno.

L’altro argomento che ha tenuto banco in questi giorni è stata la ripresa della scuola. Per questo ci sembra opportuno iniziare questo numero con la riflessione/preghiera che ci offre l’arcivescovo di Milano mons. Mario DELPINI. Ci uniamo alle sue parole per augurare a tutti i nostri ragazzi un buon Anno Scolastico.

Padre nostro, che sei nei cieli,
benedici tutti noi che siamo tuoi figli in Gesù
benedici tutti i giorni dell’anno scolastico.
Vogliamo vivere nella tua grazia: donaci fede, speranza, carità.
Ogni giorno di questo anno scolastico,
nelle speranze e difficoltà presenti,
sia benedetto, sereno, ricco di bene per potenza di Spirito Santo.         Continua nell’ ALLEGATO

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MANIFESTO SU DIO (Pedro Serrano García)

2a. Manifesto...Secondo la Bibbia e l’esperienza umana, è evidente che nessuno ha mai visto DIO. Con successi ed errori, nel corso della storia noi esseri umani abbiamo cercato di conoscere l’immagine autentica del Supremo trascendente; ma provare la sua esistenza o inesistenza supera le capacità di credenti e di non credenti.

Comunque, il Magnifico sconosciuto può essere intuito dietro il caso e i milioni di trilioni di coincidenze date in modo che esistano l’impressionante universo in espansione con i suoi miliardi di galassie, la meravigliosa vita manifestata in milioni di specie e, soprattutto, l’ammirevole umanità composta da esseri umani intelligenti e liberi. Allo stesso modo, sembra chiaro che noi credenti abbiamo concezioni diverse riguardo all’Essere Supremo, alcune sono errate o alienanti, e altre sono corrette e solidali. Di fronte a questa diversità sulla natura divina:

  • Mi dichiaro ateo rispetto al Dio denaro, che divide gli esseri umani in classi sociali, condannando gli impoveriti alla miseria e privilegiando i ricchi nell’opulenza.
  • Mi dichiaro ateo rispetto al Dio indifferente, che guarda impassibile come gli uomini soffrono, combattono e si battono in difesa dei loro interessi e delle loro ideologie, senza intervenire nella storia affinché l’armonia tra le persone e i popoli possa risplendere nel rispetto dell’ambiente.
  • Mi dichiaro ateo rispetto al Dio guerriero, sostenitore di individui potenti e di grandi potenze che praticano la violenza armata, lo sfruttamento economico, la colonizzazione politica e il saccheggio dei popoli in via di sviluppo.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

credo che in molti siamo rimasti sorpresi, sconcertati e finanche sconvolti per il numero di MORTI AMMAZZATI che ha colpito la nostra terra Cremasca. All’improvviso ci siamo svegliati bruscamente, scoprendo di essere finiti sulle prime pagine  nazionali di cronaca nera.
Pur senza avere competenze sociologiche è bene interrogarsi sul perché di quanto sta succedendo. Lo fa la nostra sindaca Stefania BONALDI che evidenzia due aspetti interessanti: un senso di fallimento e solitudine e fragilità.
“Credevamo di essere immuni da episodi come questi, invece li ritroviamo fra di noi, a minare le nostre certezze, le nostre ingenuità, anche la nostra presunzione. Da sindaca, ma anche da madre e da cittadina, non posso nascondere, oltre alla tristezza, anche un senso di fallimento per questi eventi. È doveroso chiederci, tutti quanti, se abbiamo fatto davvero abbastanza, se non ci fosse altro che potevamo mettere in campo, se nel nostro affannarci quotidiano non ci sia sfuggito qualcosa”.
Lo fa anche il nostro vescovo mons. GIANOTTI, che sottolinea come i problemi siano sempre all’ordine del giorno, mentre manca la capacità di stare dentro le difficoltà.
“È scomparsa la consapevolezza che le difficoltà vanno affrontate con pazienza, con fiducia, lasciandoci aiutare… Invece l’impressione è che di fronte alle difficoltà scoppia subito la crisi, senza che si abbia la pazienza di affrontare la difficoltà, di starci dentro e di cercare appunto di farci i conti”.        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

in occasione della Festa dell’Assunta, che vede come protagonista assoluta una donna, mi viene spontaneo dedicare questo spazio di riflessione alla DONNA.
Lo spunto viene da una riflessione di Paola SPRINGHETTI, giornalista e direttrice della rivista online Retisolidali.it, per la nomina da parte del Papa di sette laici, tra cui sei donne,   tra i nuovi membri del Consiglio per l’Economia. Essendo 15 i membri, le donne sono ora il 40%.
«È una notizia ? – si chiede la Springhetti – Purtroppo sì, in un Paese dove le donne competenti e professionali non solo faticano a fare carriera, ma non hanno visibilità.
E allora mi viene voglia di mettere un po’ di puntini sulle i.
Punto primo. Fino ad ora nel Consiglio per l’Economia non c’erano donne. Che ce ne siamo addirittura sei è una notizia.
Punto secondo. Queste donne – Charlotte Kreuter-Kirchhof, Eva Castillo Sanz, Leslie Jane Ferrar, Marija Kolak, María Concepción Osákar Garaicoechea e Ruth Maria Kelly – sono docenti universitarie, esperte di finanza, manager. Hanno competenze riconosciute ed esperienza internazionale.
Punto terzo. Il Consiglio per l’Economia è un organismo importante, che ha il compito di “sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Dunque le sei donne sono state chiamate ad una responsabilità forte e centrale nel processo di riforma della Chiesa, che papa Francesco sta portando avanti.         Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

qualche giorno fa ci ha lasciato Sergio ZAVOLI, un Giornalista, come si dice, con la G maiuscola, che ha onorato la sua professione  con servizi e programmi che hanno fatto scuola. I meno giovani ricorderanno sicuramente “Processo alla tappa”, “Nascita di una dittatura”, “La notte della repubblica”. Tuttavia qui vorrei ricordare un documentario poco conosciuto, ma che varrebbe la pena andare a rivedere. Si tratta di un servizio intitolato “I giardini di Abele”, andato in onda il 3 gennaio 1969, all’interno dello storico rotocalco TV7. Un documento della durata di circa 25 minuti con il quale  Zavoli entra con la sua troupe nel manicomio di Gorizia, allora diretto da Franco Basaglia, e cerca di capire e di spiegare la rivoluzione basagliana. Mostra infatti le immagini drammatiche della vita nel manicomio prima della sua trasformazione in ospedale aperto, facendo parlare gli infermieri, lo stesso Basaglia e i malati.
Due i motivi che rendono degno di nota questo servizio: il linguaggio che usa Zavoli e il messaggio che l’esperienza di Basaglia ci comunica.

Il linguaggio di Zavoli infatti appartiene a un giornalismo fatto di parole pensate e pesate, accuratamente misurate e mai banali e di immagini potenti e realistiche che tuttavia non indugiano alla retorica del dolore e della lacrima. Significativa la scena della signora ospite dell’ospedale che ad un certo punto, parlando della propria esperienza, scoppia in lacrime. Zavoli non enfatizza quel dolore, ma con domande opportune aiuta la donna ad uscire dall’imbarazzo.              Continua nell’ ALLEGATO

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DIO ED IL CORONAVIRUS (José María Castillo)

2a. Dio e il coronavirusLe persone che hanno convinzioni religiose si chiedono se Dio sia o meno responsabile di ciò che stiamo soffrendo, a causa della pandemia che stiamo sopportando. Dio ha o no l’ultima parola in merito?

Per rispondere a questa domanda, la prima cosa che dovremmo tenere presente è che Dio è il «Trascendente». Cioè, Dio è «al di là» o, in altre parole, è «al di fuori di tutto» quanto possiamo raggiungere o conoscere. Dio non è solo l’«Infinito». È soprattutto il «Totalmente Altro». Il Vangelo di Giovanni lo dice a partire dal prologo: «Nessuno ha mai visto Dio» (Gv 1,18). E Tommaso d’Aquino lo afferma con chiarezza: «Dio sta al di sopra di tutto quanto possiamo dire o capire» (“Supereminentius est in ipso quam dicatur aut intelligatur”, De Potentia, q. VII, a. V).
Per questo motivo noi mortali, quando parliamo di Dio, non possiamo fare riferimento a «Dio in Sé», ma in realtà di ciò che parliamo e in ciò che pensiamo, ci facciamo «rappresentazioni» di Dio. Quindi ci sono tanti «dèi» e tante religioni. Con l’inevitabile pericolo che ogni cultura, ogni paese e persino ogni individuo si rappresenti Dio come gli interessa o gli conviene. Quindi è ragionevole pensare che a volte parliamo di un «Dio contraffatto» (Thomas Ruster).
Il fondo del problema è che la mente umana non può pensare in nessun modo se non «oggettivando» ciò che pensa. Un pensiero è un «oggetto mentale». Con questo – e da questo – risulta che l’Assoluto degenera in «cosa», cioè in un «oggetto mentale» (Paul Ricoeur). Ecco perché, convinti che stiamo pensando a Dio, in realtà abbiamo in mente la «rappresentazione» che ci facciamo di Dio. Il Vangelo di Giovanni ha ragione: «Nessuno ha mai visto Dio» (Gv 1,18).          Continua nell’ ALLEGATO

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