Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

chiedo scusa se ho dedicato l’apertura della Comunicazione al ricordo di Ezio BOSSO, ma il suo amore per la vita e per la musica era talmente contagioso che ci mancherà, soprattutto in questo momento faticoso, dove il grigio di un futuro incerto a fatica viene diradato dal sole di questa luminosa primavera.

L’argomento di questa lettera d’apertura ha a che fare con l’ INFORMAZIONE, coniugata però con un argomento che per molti giorni ha occupato le prime pagine dei giornali: il rapimento e il rilascio di Silvia ROMANO. Di Silvia si è scritto di tutto e di più, ma non si è capito bene a che titolo fosse in Africa per conto di un’associazione, Africa Milele, che è sì una Onlus, ma non è una Ong (organizzazione non governativa). Cerchiamo allora di chiarire, per quanto è possibile, da chi è formata la varia umanità che si aggira per il mondo con lo scopo di destinare tempo, competenze e a volte anche denaro, per migliorare le condizioni di vita di persone che vivono molto peggio di noi.      Continua nell’ ALLEGATO

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“QUEL CARICO ORMAI FA PARTE DI ME” (Tommaso Chessa)

3a. Quel carico fa parte di meRiportiamo la lettera di un militare dei camion dei morti di Bergamo: «Senti addosso quella grande responsabilità, ogni buca, ogni avvallamento sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti… Pagherei oro per conoscere tutti i parenti delle persone che ho accompagnato nel loro ultimo viaggio».

E stasera termina la fase uno….
Che dire???? Forse la gente non si rende conto, non ha materialmente avuto il tempo di percepire la realtà!
Io vi dico la mia, anche se sono cosciente di non rendere (per fortuna) l’idea.
Essere alla guida di un camion, una giornata qualunque dove il pensiero ti porta oltre la tua quotidianità.
Tu guidi, scambi due chiacchiere con il collega alla parte opposta della cabina, ma quando per forza di cose, per un istante il silenzio rompe tua routine, il tuo pensiero si posa su di loro, realizzi che dentro quel camion non siamo in due, ma in sette…. cinque dei quali affrontano il loro ultimo viaggio… e sì…. l’ultimo…. ti rendi conto di essere la persona sbagliata, o meglio, qualcuno doveva essere al posto tuo ma purtroppo non può… tocca a te…. ed è li che senti addosso quella grande responsabilità, qualcosa che ti preme dentro, ogni buca, ogni avvallamento sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti…        Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

preferisco non entrare direttamente nella vicenda personale di Silvia ROMANO, lasciando questo compito alla bella lettera che le ha scritto Miryam Ismail, antropologa somala residente a Milano.

Mi limito solo ad alcune puntualizzazioni su alcuni comportamenti che hanno trasformato un momento di festa in un incubo che purtroppo potrebbe prolungarsi.
In primo luogo credo che sia mancata, in tutta la gestione della vicenda, la SOBRIETÀ. E questo in modo particolare da parte del governo, che avrebbe dovuto predisporre le fasi del ritorno senza clamore e senza trionfalismi. Non è il primo ostaggio che, fortunatamente viene riportato a casa, tuttavia ricordo il pudore e l’attenzione con cui personaggi sia conosciuti, come i giornalisti Quirico, Mastrogiacomo e Sgrena, per ricordarne alcuni, che non conosciuti come le volontarie Greta e Vanessa, rapite cinque anni fa in Siria, furono accolti in Italia. Ci sono situazioni fortemente personali che possono essere date in pasto senza un minimo di rispetto.
In secondo luogo mi sarei aspettato una minore SUPERFICIALITÀ da parte di chi si occupa di informazione. Non sappiamo quasi nulla di questa storia e tuttavia ecco tutti ad esprimere giudizi, valutazioni spesso pesanti, come se fossero esperti di rapimenti, di jihad, di Islam… Ma perché non prendersi una pausa di silenzio per ascoltare, riflettere, capire. Lo stesso silenzio che ci ha permesso  di affrontare con più consapevolezza la prima parte di questa incredibile esperienza della pandemia.      Continua nellALLEGATO

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LETTERA A SILVIA ROMANO (Myriam Ismail)

2a. Lettera a SilviaHo scelto il silenzio per 24 ore prima di scrivere questo post.
Quando si parla del jihadismo islamista somalo mi si riaprono ferite profonde che da sempre cerco di rendere una cicatrice positiva. L’aver perso mio fratello in un attentato e sapere quanto è stata crudele e disumana la sua agonia durata ore in mano agli Al Shabab mi rende ancora furiosa, ma allo stesso tempo calma e decisa.
Perché? Perché noi somali ne conosciamo il modus operandi spietato e soprattutto la parte del cosiddetto volto “perbene” . Gente capace di trattare, investire, fare lobbing, presentarsi e vincere qualsiasi tipo di elezione nei loro territori e ovunque nel mondo.
Insomma sappiamo di essere di fronte a avversari pericolosissimi e con mandanti ancor più pericolosi.
Ora la giovane cooperante Silvia Romano, che è bene ricordare NON ha mai scelto di lavorare in Somalia, ma si è trovata suo malgrado in una situazione terribile, è tornata a casa.
Non è un caso che per mesi ho tenuto la foto di Silvia Romano nel mio profilo fb. Sapevo a cosa stava andando incontro.      Continua nell’ ALLEGATO

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AMAZZONIA, DEVASTATA DAL CORONAVIRUS E DALL’INCURIA DELLO STATO (Laura Vicuña Pereira Manso)

3a. Laura Pereira MansoBrasile, dalla parte degli ultimi

Nelle regioni amazzoniche e nelle periferie delle grandi città brasiliane la pandemia non ha fermato deforestazione e inquinamento. Le politiche di abbandono delle fasce di popolazione più fragili stanno favorendo la crescita di violenza e violazioni dei diritti. A tutto vantaggio delle elite al potere
L’Amazzonia brasiliana sta vivendo un altro momento drammatico della sua storia. Innumerevoli massacri e atrocità sono stati commessi contro i popoli indigeni, così come da sempre è stata assente una vera politica pubblica per i popoli amazzonici: riberinhos, abitanti dei fiumi, seringheiros, raccoglitori di gomma, quilombolos, popoli di origine afro, e i molti migranti che popolavano questa terra.
L’Amazzonia è sempre stata una frontiera economica per i gruppi avidi di denaro e di potere che la sfruttavano, e continuano a sfruttarla, senza alcuna considerazione per le persone che vi abitano e le loro reali necessità.  La situazione è catastrofica per le innumerevoli comunità indigene di tutta la regione che già in passato hanno avuto la loro storia, i loro progetti di vita, interrotti da epidemie che hanno sterminato molti popoli, permettendo così libero accesso a potentati economici e colonizzatori che senza scrupoli hanno promosso una guerra biologica contro questi popoli, con la diffusione del morbillo, dell’influenza e di altre malattie letali per le popolazioni indigene.       Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

se la ricorrenza del 25 aprile ci ha portato a parlare della Libertà, è naturale che, con l’arrivo del 1° maggio, si parli del LAVORO. Ma non  è solo questione di una data, è che il lavoro è diventato l’argomento che, insieme alla salute, ricorre maggiormente in qualunque discussione sia essa in famiglia, con gli amici al telefono o su qualunque piattaforma: cartacea, web, radiofonica e televisiva. E, come spesso succede, tanto più si parla di un argomento quanto meno se ne conoscono non solo i contorni, ma l’essenza stessa. Che cos’è il lavoro se non un oggetto sempre più misterioso?

Se qualcuno infatti ha ripreso il suo lavoro di sempre, altri dovranno ricorrere agli ammortizzatori sociali perché il lavoro è sospeso, altri lo hanno già perso o temono di perderlo con la prospettiva di disagi sociali che fatichiamo ad immaginare. Altri hanno scoperto, anche se da anni se ne conosceva l’esistenza, la possibilità di lavorare da casa, altri ancora lavoreranno a singhiozzo, se non addirittura a rotazione, senza contare che ancora non conosciamo il destino dei lavoratori della scuola…     Continua nell’ ALLEGATO

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LA SOLITUDINE DEI SENZATETTO (Redazione)

3a. La solitudine dei senzatettoIn un lungo articolo pubblicato su INTERNAZIONALE on line del 16 marzo, Giuseppe RIZZO e Stefania MASCETTI indagano sulla situazione che vivono i senzatetto. Già difficile in tempi normali, oggi è ulteriormente aggravata dalla diffusione del coronavirus. Per loro lo slogan #iorestoacasa non ha alcun senso perché la casa proprio non ce l’hanno, eppure, come se non bastasse, per questo  vengono anche multati.

Un dramma quasi sconosciuto
In questi giorni milioni di persone stanno cominciando a fare i conti con esistenze sospese nel tentativo di arginare la diffusione del nuovo coronavirus. In tanti stiamo imparando che ci sono mille modi di stare da soli: alcuni dolorosi, altri nuovi, qualcuno inaspettato. I mezzi di informazione, i social network e i messaggi nelle chat ne registrano le sfumature.
Del tutto diversa, se non unica, è invece la situazione dei senzatetto. Si calcola che siano almeno 50mila sparsi per tutta Italia e nei giorni in cui il paese ha chiuso i battenti, loro sono rimasti chiusi fuori. Le organizzazioni, le associazioni, i volontari e gli operatori del terzo settore si stanno riorganizzando per evitare che molte persone restino da sole, ma non è semplice.     Continua nell’ ALLEGATO

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IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE HA UNA MADRE: TINA ANSELMI (Lina Specola)

4a. Tina AnselmiIn questi giorni difficili per il nostro Paese, il plauso al servizio sanitario nazionale è unanime: nonostante le difficoltà dovute ai continui tagli e alla mancanza di personale, lo sforzo di medici e infermieri per fronteggiare questa crisi è senza precedenti. Se a oggi riusciamo a rispondere a una simile emergenza sanitaria è perché qualcuno credeva che l’accesso alle cure dovesse essere libero e gratuito per tutti. E a farlo è stata una donna: Tina Anselmi.

Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), quello a cui in altri, ma soprattutto in questo momento, stiamo tutti dicendo grazie, quello che sta assicurando salute e coesione nazionale oggi come sempre, ma oggi con maggiori evidenze, nasce nel 1978.
Reca la firma di una donna: la ministra Tina Anselmi.  Fu un dibattito importante, quello per l’istituzione del SSN, seguito da una legge fondamentale per lo sviluppo umano, sociale e civile del nostro Paese. E il perché lo stiamo vedendo in questi giorni. Dobbiamo dire grazie a quanti si stanno adoperando negli ospedali e dobbiamo essere meno grati a coloro che negli ultimi anni hanno messo questa priorità della Repubblica (come anche quella della Scuola) un po’ in ombra, a favore di politiche di basso cabotaggio, inseguendo con quelle politiche un consenso illusorio per pressioni sociali particolari e di breve periodo.      Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
non posso negarlo: abbiamo bisogno di buone notizie. E in questa ricerca spasmodica ci attacchiamo un po’ a tutto, come testimonia il susseguirsi, spesso frenetico, di notizie, news, ultim’ora, a volte un po’ strambe, sui nostri telefoni.

E allora ci rallegriamo per gli aiuti, in attrezzature e personale medico, che, tramite la Croce Rossa, ci arrivano dalla Cina. Salvo poi chiederci, con un pizzico di cinismo, se non siamo di fronte ad un nuovo modello del conosciuto progetto di espansione economica conosciuto come “Via della seta”. Bisogna però riconoscere che sanno andare oltre tutte le stupide cattiverie che in queste settimane abbiamo detto sui Cinesi…

Poi ci raggiunge improvvisa e insperata la notizia della liberazione della coppia italo- canadese Luca ed Edith, rapiti in Burkina Faso, due mesi dopo il nostro padre Gigi Maccalli. Salvo poi accorgersi, leggendo quanto scrivono i giornali, che la vicenda della loro liberazione rimane alquanto nebulosa. Purtroppo a causa dell’emergenza virus, i giornalisti si sono interessati poco ad una vicenda che ci riguarda molto da vicino, perché

le circostanze del loro rapimento e della loro detenzione sono molto simili a quelle di p. Gigi. Anche questo è un argomento da approfondire.     Continua nell’ ALLEGATO

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OGGI VI PARLERÒ DEI PRETI… (Don Fabio Corazzina)

3a. oggi parliamo dei pretiMa che cosa fanno i preti in questo tempo i preti? Probabilmente non è uno dei problemi più importanti di questo tempo. Eppure…

Sono dentro una chiesa completamente vuota senza di voi e vi confesso che non è facile. Non posso neanche venirvi a cercare o a trovare, nemmeno nei momento più delicati e difficili che sono la sofferenza e la morte. Però ci mancate. Ci mancano i ragazzi in oratorio, ci mancano gli anziani al pomeriggio, ci manca l’Eucarestia con voi, la preghiera, poi ci mancano i genitori con le loro passioni, perplessità e gioia, ci mancano i giovani, gli adolescenti con le loro provocazioni e le loro inquietudini… E allora noi preti le proviamo tutte! Avete visto rispolveriamo le radio parrocchiali, distribuiamo i bollettini, tentiamo a volte, maldestramente, delle dirette video e voi sorridete, magari perché non abbiamo acceso l’audio. Le proviamo proprio tutte. So anche che non ci sopportate molto perché in questi giorni, quando voi aprite la pagina facebook vi appariamo noi, qualche altare, qualche Madonna, qualche prete, qualche predica… Sì ditecele, avete ragione.       Continua nell’ ALLEGATO

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