Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

LA VIA CRUCIS DELLE FAMIGLIE: VENERDÌ SANTO (P e A. Geminiani, M. T. e F. Pederiva)

7b. Via CrucisLa Via Crucis è meditazione e preghiera sulla Passione di Gesù ma anche cammino di conversione. Per questo vogliamo viverla facendo dialogare la Sua salita al Calvario con alcune storie raccontate in questi giorni dalla cronaca con un’attenzione particolare alla realtà delle famiglie.

La Giornata dell’Acqua, i tragici omicidi e le vittime della montagna, la crisi economica e il quotidiano fra le pareti domestiche tra le notizie in dialogo con il racconto della Passione e Risurrezione di Gesù.  Cotinua nell’ ALLEGATO

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LA VIA CRUCIS DELLE DONNE (Chiara Bertoglio)

5. previati-Via-al-calvarioNella settimana dell’8 marzo una Via Crucis con storie di donne che la cronaca ci ha posto davanti in questi giorni. Dalle detenute della Casa di Leda a Rebecca rapita da Boko Haram; fino alla madre che ha perdonato e a Maria Madre della Chiesa.

In queste ore tutto il mondo ha celebrato l’8 marzo come Festa della donna. Per questo oggi vogliamo proporre una Via Crucis con occhi di donna, in cui episodi dei Vangeli della Passione sono riletti alla luce della condizione e della sensibilità femminile oggi.   Continua nell’ ALLEGATO

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PERCHÉ ANCHE TANTI CATTOLICI CONTRO LO IUS SOLI? (Paola Springhetti)

42-5Abbiamo bisogno tutti di reimparare a leggere la realtà basandoci un po’ di     più sui dati e sui fatti e un po’ meno sulle percezioni.

Anche il cardinale Gualtiero Bassetti, durante la sua prima prolusione nell’assemblea permanente dei vescovi italiani, ha ricordato che l’accoglienza e l’integrazione dei migranti passano «anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza». Su queste posizioni si è schierato gran parte del mondo cattolico più attivo e solidale, dopo che nei mesi scorsi la discussione sulla nuova legge è stata cancellata dal calendario del Senato.

In giugno monsignor Angelo Becciu aveva dichiarato: «vorremmo che si riconoscesse la dignità delle persone che arrivano nel nostro Paese e quindi, a chi nasce qui in Italia, venga riconosciuta la cittadinanza». In agosto papa Francesco ha ribadito che «nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita».                                                            L’articolo continua nell’ ALLEGATO

CONVERSAZIONE SULL’ISIS CON UNA STUDENTESSA MUSULMANA (Maria Cristina Corvo)

31-2Padre Walter MACCALLI, rientrato momentaneamente dall’Angola, ci segnala questo articolo che evidenzia il problema che penalizza i fratelli musulmani. Può aiutare a riflettere sulla vera realtà dell’Islam.

“Salve prof. scusi per il disturbo. Le volevo domandare: come faccio a far capire a chi mi è intorno, che chi fa attentati terroristici non è  musulmano! Ma è solo un disgraziato, malato mentale grave… e che l’Islam, per quanto possa sembrare assurdo (solo per alcuni), è molto simile al cristianesimo??? Le faccio questa domanda perché sono stata un mese intero con una persona di 68 anni (colta) che non ha fatto altro che dirmi di cambiare religione, che confrontando le due religioni il cristianesimo è migliore ecc… lei cosa ne pensa?”                                                                                                                                                 L’articolo continua nell’ ALLEGATO

STRAGE DI BARCELLONA, DOVE GERMINA QUESTO MALE (Fulvio Scaglione)

29-1Siamo di fronte, ormai, a un terrorismo  compiutamente europeo, nel senso che nasce qui e ha caratteristiche che rispondono alla situazione dei nostri Paesi. Che agisca nel nome dell’islamismo non cambia nulla: colpisce qui perché qui sta il suo interesse a colpire. Non perché voglia aiutare la causa di qualcuno che combatte in Medio Oriente o   in Nord Africa.

Se vogliamo farci un’idea più chiara di quanto è successo a Barcellona, e insieme di quanto negli ultimi anni succede nelle grandi città d’Europa (Parigi, Nizza, Berlino, Londra), dobbiamo dimenticare le rivendicazioni di Daesh. Le residue milizie dal Califfato sono schiacciate in pochi angoli di Siria e Iraq e hanno ben altro a cui pensare.
Il terrorismo che ci colpisce, dunque, non è più importato, forse non è più nemmeno ispirato dall’esterno. Siamo di fronte, ormai, a un terrorismo compiutamente europeo, nel senso che nasce qui e ha caratteristiche che rispondono alla situazione dei nostri Paesi.                                                                                                             L’articolo sui  fatti di Barcellona continua nell’ ALLEGATO

YEMEN, BOMBE «ITALIANE» ECCO LE NUOVE PROVE (Nello Scavo)

Armi di produzione italiane usate in Yemen. Da anni la Rete italiana per il disarmo denuncia l’esportazione verso la coalizione saudita.

 29-7L’ultima è la Bahri Jedda. Il cargo saudita, salpato da Cagliari la settimana scorsa, secondo i radar sta consegnando in queste ore il nuovo carico: 2.000 bombe per i caccia della coalizione che martella lo Yemen. Il governo italiano non ha mai ufficializzato i nomi dei Paesi destinatari, ma un frammento recuperato sul campo conferma il contenuto di due anni di inchieste giornalistiche partite da “Avvenire”. La sigla ‘A4447’, incisa su una scheggia indica che l’ordigno proviene dalla Rwm Italia, che ha sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimenti a Domusnovas, in Sardegna, ma che fa capo al gruppo tedesco Rheinmetall.
Secondo l’ong yemenita Mwatana, il numero di matricola (nella foto), trasmesso all’ufficio Ansa di Beirut, è stato rinvenuto a Der al Hajari, nella regione nord-occidentale di Hodeida.               L’articolo sulle bombe “italiane” prosegue nell’ ALLEGATO

RIPARTIAMO DALL’OVVIO (Camillo Ripamonti)

25-4Sacerdote, presidente Centro Astalli – Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia – Camillo Ripamonti in questa lettera-articolo, scritto al quotidiano Avvenire, cerca di riportare la riflessione su quei binari di umanità, ragionevolezza e civiltà che anche in Italia sembra si stiano perdendo.

Caro direttore,
ripartiamo da quanto dovrebbe essere ovvio. In quest’estate in cui dibattito politico e mediatico si occupano dei migranti e dei rifugiati senza quasi mai mettere a fuoco chi sono, quali storie hanno, che sogni e aspirazioni li spingono a rischiare   la vita verso un “dove” dove troppi li considerano peso e li rifiutano come pietre di scarto, pare davvero ripartire dall’ovvio, cioè dal riportare al centro i soggetti della migrazione, coloro che migrano. Cosificati da politiche di interesse, è giusto e necessario restituire loro la dignità di persone. Ogni giorno che passa di questa calda estate insieme alle migliaia di ettari di bosco del nostro Paese, sembrano andare in fumo anche i più banali princìpi di umanità e civiltà che ne costituiscono le fondamenta.                                                                                                                                      L’articolo prosegue nell’ ALLEGATO

MIGRANTI, CHI INFLIGGE COLPI MORTALI AL CODICE MORALE (Marco Revelli)

25-3Marco Revelli, storico, sociologo e politologo interviene nel dibattito con questa riflessione. Non era ancora accaduto infatti, nel lungo dopoguerra almeno, in Europa e nel mondo cosiddetto «civile», che la solidarietà, il salvataggio di vite umane, l’«umanità» come pratica individuale e collettiva, fossero stigmatizzati, circondati di diffidenza, scoraggiati e puniti.
Negli ultimi giorni qualcosa di spaventosamente grave è accaduto, nella calura di mezza estate. Senza trovare quasi resistenza, con la forza inerte dell’apparente normalità, la dimensione dell’«inumano» è entrata nel nostro orizzonte, l’ha contaminato e occupato facendosi logica politica e linguaggio mediatico. E per questa via ha inferto un colpo mortale al nostro senso morale.
L’«inumano», è bene chiarirlo, non è la mera dimensione ferina della natura contrapposta all’acculturata condizione umana.
Non è il «mostruoso» che appare a prima vista estraneo all’uomo. Al contrario è un atteggiamento propriamente umano: l’«inumano» – come ha scritto Carlo Galli – «è piuttosto il presentarsi attuale della possibilità che l’uomo sia nulla per l’altro uomo».                                                                                                                                                L’articolo prosegue nell’ ALLEGATO

LA PAURA PER I TROPPI IMMIGRATI E LO SPRECO DI MILIONI DI TONNELLATE DI CIBO (Paolo Bustaffa)

BUSTAFFAE se gli immigrati, giunti da diversi angoli del mondo, improvvisamente sparissero dall’Italia? La domanda non è per nulla nuova. Qualche anno addietro questo interrogativo è diventato un film che ha posto una domanda all’opinione pubblica anche se non ha del tutto colto l’aspetto umano della repentina scomparsa degli immigrati.

Ha lasciato l’impressione che questa eventualità potesse essere letta solo come un venir meno di forze lavoro. Un venir meno di braccia e di corpi ma non di persone. Non c’è bisogno di citare le diverse forme di contributo degli immigrati, comunitari ed extracomunitari, all’economia e alla società italiana.     L’articolo continua nell’ ALLEGATO

“I VOSTRI ANZIANI FARANNO SOGNI” (Gioele 3,1) (Alberto Bruno Simoni)

21-4Le prime parole del cardinal Gualtiero Bassetti – chiamato alla responsabilità di Presidente della Conferenza episcopale italiana, come dice lui, “al crepuscolo della mia vita” – sono veramente profetiche, e non solo perché citano un profeta biblico: “È davvero un segno che il Santo padre crede nella capacità dei vecchi di sognare”

Il testo di Gioele a cui si fa riferimento è più compiutamente questo: “Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni”.                                         L’articolo continua nell’ ALLEGATO