Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

CHIESA IN USCITA: APPUNTI PER UNA RIFLESSIONE (Daniele Gianotti)

vescovoProponiamo alla lettura e soprattutto alla riflessione il testo  dell’intervento che l’allora don Daniele, oggi monsignore, ha svolto in occasione del Convegno Missionario che ha avuto luogo a Reggio Emili lo scorso 5 marzo.

Vorrei incominciare con una piccola nota introduttiva che chiamerei «di metodo». Il tema della «Chiesa in uscita» è diventato un po’ «di moda», a livello di parole. Come accade di frequente con le espressioni efficaci – e papa Francesco ha una straordinaria capacità di escogitare formule pregnanti e incisive, che soddisfano molto la comunicazione e ottengono vasta risonanza – c’è il rischio che diventino formule ripetute molto di frequente, fino a logorarsi.
Soprattutto, però, c’è il rischio di accontentarsi della ripetizione: la formula c’è, è efficace, ha dietro di sé la popolarità e la credibilità di un papa come Francesco, dunque siamo a posto. Pensate, per richiamare un’altra felice espressione ridotta a piatto slogan usato persino nelle intenzioni della «preghiera universale» dei foglietti domenicali della Messa, alle «periferie esistenziali»! Il problema non è soltanto quello di cercare di contenere, per quanto possibile, la facile retorica: dopo tutto, con un po’ di cristiana pazienza, la si può anche sopportare.
Ma la questione è che l’abuso della formula facile, a effetto, diventa poi un alibi per non mettersi a pensare, e tanto meno ad agire. Del resto, è lo stesso papa Francesco a invitarci a non fermarci allo slogan facile: nel discorso fatto a Firenze,…                                     Il testo completo nell’ ALLEGATO

LE VIA CRUCIS DELLA SETTIMANA

10-1La Via Crucis è meditazione e preghiera sulla Passione di Gesù ma anche cammino di conversione per ciascuno di noi e per il mondo.
Per questo vogliamo viverla facendo dialogare a Sua salita al Calvario con alcune storie che la cronaca in questi giorni ci ha posto davanti agli  occhi.

  II SETTIMANA   (a cura di Elisa Bertoli)
 La fossa comune di Tuam, l’incendio di Rignano Garganico, le valigie di chi fugge dalla guerra nello Yemen e in Siria nella nostra Passione di Gesù in dialogo con le notizie della settimana.                                        La via crucis completa nell’  ALLEGATO

III SETTIMANA  (a cura di Chiara e Diego Andreatta)
La baby gang di Vigevano, le bombe in Siria, le agromafie, la legge sul fine vita tra le notizie di questa settimana in dialogo con la Passione di Gesù.                                                      La via crucis completa nell’ ALLEGATO

IL MINIMO COMUN DENOMINATORE (Roberto Beretta)

9-2I dibattiti di questi giorni confermano che anche in Italia la residua cultura cattolica (sempre ammesso che esista…) non basta comunque più a fondare una morale condivisa. Che fare?

Le coppie di fatto e quelle omo, la morte «dolce» e l’adozione gay: solo a contare i dibattiti delle ultime settimane, risulta ormai più che evidente l’incapacità del linguaggio cristiano tradizionale a tenere insieme – a «religare» – le ragioni che guidano il nostro comportamento sociale. È la secolarizzazione in atto: anche in Italia, già Paese culturalmente cattolico, la residua cultura cattolica (sempre ammesso che esista…) non basta comunque più a fondare una morale condivisa.                       La riflessione di Beretta continua nell’ ALLEGATO

LA VIA CRUCIS DELLA SETTIMANA (Gilberto Borghi)

VIA CRUCISLa corsa alle armi, il lavoro sfruttato dai caporali, i cristiani del Sinai, la morte di DJ Fabo: volti della cronaca degli ultimi giorni in dialogo con la Passione di Gesù

La Via Crucis è meditazione e preghiera sulla Passione di Gesù ma anche cammino di conversione per ciascuno di noi e per il mondo. Per questo vogliamo viverla facendo dialogare la Sua salita al Calvario con alcune storie che la cronaca in questi giorni ci ha posto davanti agli occhi.            La Via Crucis completa nell’  ALLEGATO

IL TRAFFICO DI PROFUGHI HA FRUTTATO AGLI SCHIAVISTI FINO A 5,7 MILIARDI EURO (Ilaria Sesana)

ilaria-sesanaNel 2015 il traffico di migranti verso l’Europa ha generato guadagni per un importo che oscilla tra i 4,7 e i 5,7 miliardi di euro. Anche se nel 2016 si è registrato un calo significativo: circa 2 miliardi di euro. «Un calo in linea con la diminuzione generale dei migranti irregolari arrivati nella Ue», si legge nella relazione pubblicata da Europol a conclusione del primo anno di attività dell’European Migrant Smugling Center, il Centro sul Traffico di Esseri Umani.

 Più di duemila investigazioni internazionali avviate, 17.400 sospetti trafficanti schedati e 490 inchieste per false identità sono i dati che completano il bilancio di questi primi 12 mesi di attività. Il report analizza anche le modalità con cui trafficanti di esseri umani gestiscono il proprio business. Come vere e proprie agenzie di viaggio, pubblicizzano i propri ‘servizi’ nei Paesi d’origine dei migranti usando in maniera aggressiva i social network. Facebook resta il più diffuso e utilizzato, anche se nel corso del 2016 si è registrato un lieve movimento verso altri strumenti, come Telegram.                                                                                                                                                        L’articolo sull’incontro con i migranti continua nell’  ALLEGATO

 

DJ FABO E IL CORPO DA RITROVARE DAVVERO (Gilberto Borghi)

La drammatica decisione presa da Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, di porre fine alla sua vita, divenuta intollerabile per le conseguenze di un gravissimo incidente stradale, ci interpella. Se c’è una cosa di cui la logica e la razionalità faticano a “scolpire” la verità è proprio la morte, e ciò che abita nei suoi dintorni.

Dj Fabo è morto. Rispetto, preghiera e compassione. In queste parole si condensa la mia prima reazione a caldo. Rispetto perché il dolore e la morte contengono sempre, in ogni forma, un rimando al mistero che non può essere negato mai. Preghiera perché proprio questo mistero, se non lo vogliamo tradire né violare, può solo essere rimesso nella mani di Dio. Compassione perché la nostra comune condizione di uomini non può esimerci dall’unica azione umana sensata: la condivisione del dolore.
Non è perciò mia intenzione entrare nel merito del valore della scelta di Fabiano, né trarne motivo per accodarmi a battaglie ideologiche sul pro o contro l’eutanasia.
L’articolo continua nell’ ALLEGATO

SCELTE, GESTI E DOVERI NELL’INCONTRO CON I MIGRANTI (Mons. Gian Carlo Perego)

8-8Ero vicino a una famiglia di rifugiati eritrei – papà, mamma e il piccolo Adonai (che in ebraico significa ‘Mio Signore’) – , mentre ascoltavo le parole del Papa ai partecipanti al VI Forum internazionale “Migrazioni e pace”, ieri mattina, 21 febbraio, nella sala Clementina.

 Il loro sguardo commosso, ma soprattutto la loro storia di migrazione forzata che li ha prima divisi e poi ricongiunti dopo un viaggio per l’una dallo Yemen attraversando il Mar Rosso e per l’altro dal deserto del Sahara per poi attraversare il Mediterraneo e sbarcare a Lampedusa, rendevano ancora più reali e concrete le indicazioni di Papa Francesco. Un discorso che è quasi un programma pastorale e sociale, articolato attorno a quattro verbi: accogliere, proteggere, tutelare e integrare.                                       L’articolo sull’incontro con i migranti continua nell’ ALLEGATO

LA SICCITÀ CHE UCCIDE: MILIONI A RISCHIO FAME (Raffaele Masto)

7-9Secondo le ultime stime la siccità, la conseguente carestia e la malnutrizione stanno mettendo a rischio in una vasta regione dell’Africa quasi due milioni di bambini. I paesi più colpiti sono la Nigeria, la Somalia e il Sud Sudan.                    

Non si può non denunciare che per questa situazione drammatica le maggiori responsabilità sono dell’uomo. Le popolazioni di questi paesi sono abituate a convivere periodicamente con la siccità e di solito hanno strategie efficaci per affrontarle e limitare i danni. La siccità invece diventa drammatica quando èassociata a qualcosa provocato dagli uomini: guerre, conflitti a bassa intensità che limitano i movimenti, confini divenuti intoccabili e causa di contrasti tra i paesi.
Nel dettaglio il Sud Sudan è un esempio lampante. La guerra – che sembra non avere soluzioni diplomatiche – è la causa principale di questa situazione: quasi 300mila bambini sono gravemente malnutriti. Le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite stimano che  se non sarà fatto nulla per bloccare la gravità e la diffusione della crisi alimentare, il numero totale di persone colpite nel paese ci si aspetta crescerà da 4,9 a 5,5 milioni con il culminare della stagione secca a luglio. Una vera catastrofe umanitaria.
In Somalia, la siccità sta minacciando una già fragile popolazione danneggiata da anni di conflitto. Circa la metà della popolazione di poco più di sei milioni di persone stanno affrontando una grave situazione di insicurezza alimentare e hanno bisogno di assistenza umanitaria. Si prevede che circa 185.000 bambini soffriranno di malnutrizione acuta grave, nei prossimi mesi questo dato ci si aspetta arriverà a 270.000.
Nel Nordest della Nigeria, il numero di bambini colpiti da malnutrizione acuta grave ci si aspetta che quest’anno arriverà a 450.000 negli stati colpiti dal conflitto di Adamawa, Borno e Yobi. Bambini a parte in Nigeria oltre due milioni di persone hanno bisogno di assistenza e vivono in campi profughi non organizzato perchè il territorio è a rischio attacchi di Boko Haram. Ai due milioni di nigeriani vanno sommate altre centinaia di migliaia di persone dei paesi vicini – Camerun, Niger e Ciad – che si sono rifugiate intorno al lago Ciad.
                                                                                              Raffaele MASTO – BuongiornoAfrica 21.02.17

I POVERI E NOI (Marco Pappalardo)

7-8La povertà e la miseria non vivono solamente per strada o sotto i portici. Sono accanto a me, a te.

Chi opera in favore dei poveri, chi conosce la realtà delle mense e dei dormitori, chi si mette in gioco nelle unità di strada, chi è a servizio di parrocchie, associazioni, gruppi, enti che hanno a cuore i cosiddetti “ultimi”, sa bene che – ormai da un bel po’ di anni – non si tratta solamente di anziani rimasti soli, di giovani accompagnati da cani, di migranti della prima ora, di persone con problemi a livello mentale o con dipendenze; non solo i numeri sono aumentati, ma si incontrano molte persone delle nuove migrazioni, diverse donne, coppie di anziani, persino nuclei familiari. Cose dell’altro mondo? Gente di un altro pianeta? Colpa degli sbarchi? No! In gran misura sono italiani, persone che avevano un lavoro ed una casa, che, perso il primo riescono in alcuni casi a tenere l’abitazione, in altri si ritrovano a cercare un tetto.                                                                                                                                                                                                                               L’articolo continua nell’ ALLEGATO

LA NUOVA VITA DEI MIGRANTI COL PAPILLON (Luca Testa)

6-1Morte, povertà, abbandono. Quando s’affronta il tema dei migranti il primo pensiero cade inevitabile sul lungo elenco di privazioni e sofferenze. Poi c’è chi pensa all’ordine pubblico e chi invece si preoccupa (e occupa) dell’accoglienza. In questa centrifuga di contrasti, tra azioni e opinioni, qualcuno lavora per offrire opportunità reali. E il riscatto può passare anche da un papillon.

 Accade in Sicilia, nell’isola del sole. Qua la cooperazione e l’imprenditorialità trovano un felice punto d’incontro. Profit e non profit, insieme per la costruzione di piccoli grandi sogni. Come quello di avere un lavoro, ad esempio. Per molti è sinonimo di autonomia e dignità. E la cinquantina di ragazzi e ragazze ospiti del centro di soccorso e prima accoglienza (Cpsa) di Capocorso, a Siracusa, sanno bene cosa significa.

 L’articolo sulla nuova vita dei migranti continua nell’ ALLEGATO