Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

L’AMERICA DI TRUMP E I GERMI DEL NOSTRO FONDAMENTALISMO

È vero che il fondamentalismo è solo di matrice islamica? La puntuale riflessione di Christian ALBINI, tratta dal suo blog Sperare per tutti, ci mostra che no è così e che anche noi, come si dice, abbiamo i nostri scheletri nell’armadio.

Christian Albini
Christian Albini

 

Sappiamo tutti di Nizza, molto meno degli attentati che insanguinano altre parti del mondo. Ma siamo sicuri che il germe del fondamentalismo non sia presente anche nella nostra cultura occidentale e nel nostro modo d’intendere la religione cristiana? Dall’account twitter del gesuita James Martin, ho appreso della preghiera pronunciata alla convention repubblicana in cui Donald Trump è stato nominato candidato alla presidenza.

La Riflessione completa nell’ALLEGATO

“PERDONATECI”

P. Franco Cagnasso
P. Franco Cagnasso

Padre Franco CAGNASSO è un missionario del PIME attualmente operante in Bangladesh. Dal suo blog abbiamo raccolto questa riflessione, profonda e delicata, che ci da l’idea del dramma che stanno vivendo anche gli abitanti del Bangladesh.

C’è tanta polizia, e ci sono capannelli di persone dall’aria mesta nel tratto di strada che conduce al luogo,ormai tristemente famoso, dove il terrorismo di radice islamica ha mas- sacrato nel nome di Allah 22 persone, fra cui 9 italiani e 7 giapponesi. Il locale è devastato, danneggiata è anche la clinica che lo fronteggia nello stesso giardino. Qualcuno ha portato fiori, e fra essi campeggia una corona anonima, con due parole sul nastro: Forgive us” – Perdonateci. Credo che esprima il sentimento dominante, o comunque mol- to intenso, che pervade tanti bengalesi dopo la strage. Stupore, incredulità, paura, preoc- cupazione per sé e per il Paese, e anche la sensazione che quei giovani di buona famiglia, ubriachi di potere e di una fede impazzita, uccidendo stranieri che abitavano e lavoravano qui, discriminando fra musulmani e non, abbiano anche violentato il Bangladesh e l’imma- gine che ha di sé. La percezione della realtà ora è diversa, e piena di disagio: siamo capaci di questo? Si vorrebbe pensare che non è vero, si vorrebbe trovare una causa precisa, ma non la si trova. Ci si vergogna di se stessi, mentre non si sa rispondere alla domanda che è in tutti: e poi?

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MA SENZA UNA LINEA COMUNE SI PERDE LA GUERRA AL TERRORISMO

F.SCAGLIONE
F.SCAGLIONE

Un filo rosso lega le stragi di Dacca e Baghdad, finché la comunità internazionale non trova la compattezza e la volontà di intervenire contro chi si fa sponsor del terrorismo il contrasto non funzionerà. È quanto sostiene Fulvio SCAGLIONE, giornalista di Famiglia Cristiana e di Avvenire.
“L’aspetto più evidente è questo: quanto più perde terreno negli scontri campali, tanto più l’Isis sfrutta l’arma crudele degli attentati per segnalare di essere ancora forte e vitale. Un messaggio interno, per i militanti che hanno bisogno di essere galvanizzati, e anche esterno, per intimorire i nemici colpendoli, per così dire, alle spalle. Ma questa è la tattica del terrorismo”.

         Nell’  ALLEGATO  l’intervento completo

“HANNO AMMAZZATO EMANUEL, EMANUEL È VIVO!”

fermoAlla notizia del brutale gesto, trasformato in omicidio di Emanuel, giovane sposo nigeriano, richiedente asilo, cristiano, da parte di un coetaneo italiano, nelle strade di Fermo, ho ripensato e parafrasato le parole di una famosa canzone di Francesco De Gregori. Le parole condannano un omicidio, frutto certamente di un clima intollerante, purtroppo diffuso non solo nelle Marche, ma anche in altre regioni d’Italia e d’Europa, che sta trasformando le discriminazioni e le conflittualità addirittura in atti di morte. Una morte assurda, ma preparata da questo clima sociale e politico che si nasconde dietro la mano omicida. Al tempo stesso, “Emanuel è vivo”, nella sua famiglia, in sua moglie e nella sua figlia morta in grembo, negli altri giovani richiedenti asilo accolti nel seminario vescovile di Fermo, nei tanti giovani che sono arrivati o stanno arrivando in Italia e in fuga soprattutto dall’Africa violentata e offesa da terrorismo, guerre, sfruttamento. Tocca a noi ora responsabilmente aiutare a guardare a questi volti e a queste storie con occhi diversi, con parole diverse, con una cura diversa. E’ paradossale che questa morte avvenga proprio nelle Marche, la regione italiana che insieme al Veneto e all’Umbria sta segnando per la prima volta nel 2015 il calo del numero degli immigrati: rifiutare fino ad uccidere i migranti significa anche preparare la morte delle nostre città, significa non guardare al futuro.             Mons. Giancarlo Perego – Direttore Generale Fondazione Migrantes – 08.07.16

 

IL PAPA E I CAMMINI DEL PERDONO

Come sempre anche il viaggio in Armenia è stato commentato e analizzato da più parti. Ci piace riportare questo commento di Francesco Ognibene del quotidiano Avvenire del 28 giugno scorso.

PAPA IN ARMENIA Ormai lo sappiamo bene: c’è tutto un vocabolario personalizzato al quale il Papa ricorre per spiegare in modo persino tangibile quel che ha in mente, non disdegnando affatto i neologismi (ultimo la «santità pudorosa» coniato nel viaggio di ritorno dall’Armenia, per dire delle persone che fanno il bene, ma senza dare nell’occhio). Sono espressioni che gli appartengono come fosse impresso un copyright, accanto ad altre di uso corrente che utilizzate da lui assumono un sapore tutto personale. È il segno che il Papa va ascoltato con attenzione e non piluccato pensando che basti una citazione di terza mano per farsi una vaga idea e poi – persino – esprimere pensosi giudizi.

      L’articolo completo nell’ALLEGATO

PICCOLI SCHIAVI: IL LAVORO MINORILE

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Anche il Papa, durante l’Angelus di domenica scorsa, ha ricordato la ricorrenza della Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Puntuale il Gruppo Missionario di Scannabue ha preparato il suo ultimo articolo che ha come argomento le violenze che abitualmente vengono commesse sui minori impiegati in lavori faticosissimi e pericolosi. Ringraziamo il GMP di Scannabue per l’impegno che si è concretizzato in cinque interventi, Vi invitiamo a leggere l’articolo nell’ALLEGATO

LUOGHI COMUNI

Se uno straniero lavora sta rubando il posto a un italiano e quindi deve tornare a casa sua, se invece non lavora vuol dire che lo stiamo mantenendo, dunque se ne deve andare lo stesso.

21Se è vestito di stracci fa schifo e dovrebbe tornarsene a casa sua,
se è vestito bene allora non ha bisogno, quindi se ne vada ugualmente.

Se ha portato i figli qua, occupano i posti all’asilo dei bambini italiani e quindi deve tornarsene da dove è venuto,
se invece li ha lasciati al proprio paese è un vigliacco e dovrebbe tornarci comunque.

Se non ha una compagna probabilmente è un violentatore che deve tornare al suo Paese, se invece ce l’ha sicuramente la umilia, la schiavizza e certe cose dovrebbe farle a casa sua.

Se abita sotto un ponte contribuisce al degrado della città e bisognerebbe rimpatriarlo,
se invece ha un’abitazione dovrebbe lasciarla a un italiano e tornarsene comunque a casa propria.
Quante volte abbiamo ascoltato simili frasi?
E se noi invece cominciassimo davvero a ragionare con la nostra testa?
E se noi invece cominciassimo a vedere le cose oltre la superficie?
E se noi invece cominciassimo a vedere nello straniero una persona?

ENEIDE 2016: SULLE ETERNE ROTTE MIGRATORIE DEL MEDITERRANEO

Enea, per evitare di essere ucciso nell’eccidio finale, è costretto a scappare da Troia in fiamme, portandosi il vecchio babbo sulle spalle e tenendosi per mano il figlioletto Ascanio. È predestinato ad essere il capostipite di chi fonderà un grande impero. Ma, per ora, è solo uno dei tanti “profughi”, dall’Anatolia attraverso la Turchia, in dolorosa marcia su terre ostili e lungo incerte rotte nel Mediterraneo in tempesta. Approda nel Nord Africa, accolto e ospitato da Didone a cui racconta la sua storia: “Regina, tu mi costringi arinnovare un dolore inesprimibile”. 

QUADRIUn dolore che si rinnova da tremila anni (quello delle guerre, dei naufragi, dei flussi migratori, delle accoglienze e dei nuovi insediamenti) tra le sponde del Mediterraneo. Basta rileggere, alla luce dei telegiornali quotidiani, i testi classici come l’Odissea di Omero, le Supplici di Eschilo, e l’Eneide di Virgilio. È quanto hanno fatto  gli studenti del Laboratorio teatrale del liceo “Quadri” di Vicenza, prendendo lo spunto dal capolavoro epico latino e coinvolgendo cinque giovani africani richiedenti asilo ospiti del Centro S. Paolo, in carico alla cooperativa Cosep. Alle vicende di Enea si sono così intrecciate quelle contemporanee dei ragazzi africani coinvolgendo il pubblico nella riflessione sul delicato rapporto tra migrazione e accoglienza, in un contesto – come quello veneto – che in pochi anni è passato da rurale, monoculturale e monoreligioso ad assumere tratti che lo trasformano completamente, immettendolo nel complesso impero della globalizzazione.

Migrantes on line – 19.05.2016

DISCORSO DEL PAPA ALL’APERTURA DELL’ASSEMBLEA C.E.I. 17/05/16

Non si tratta di un discorso lungo, ma come ci ha abituato Francesco, di un discorso denso e intenso. Ci sembra giusto proporlo all’attenzione dei lettori perché la stampa ha messo in risalto solo l’aspetto della povertà e “della gestione delle strutture e dei beni”. In realtà il Papa, affrontando il tema conduttore di questa assemblea dei vescovi italiani: Il rinnova- mento del clero, ha voluto fare una riflessione a tutto tondo sulla figura del sacerdote, ponendosi lui stesso nei panni del sacerdote. Ne esce così un ritratto di grande umanità e di grande fascino.                           

CEI «Cari fratelli, a rendermi particolarmente contento di aprire con voi questa Assemblea è il tema che avete posto come filo conduttore dei lavori – Il rinnovamento del clero – nella volontà di sostenere la formazione lungo le diverse stagioni della vita.

La Pentecoste appena celebrata mette questo vostro traguardo nella giusta luce. Lo Spirito Santo rimane, infatti, il protagonista della storia della Chiesa: è lo Spirito che abita in pienezza nella persona di Gesù e ci introduce nel mistero del Dio vivente; è lo Spirito che ha animato la risposta generosa della Vergine Madre e dei Santi; è lo Spirito che opera nei credenti e negli uomini di pace, e suscita la generosa disponibilità e la gioia evangelizzatri- ce di tanti sacerdoti. Senza lo Spirito Santo – lo sappiamo – non esiste possibilità di vita buona, né di riforma».     

                     Troverete il testo integrale del discorso nell’ ALLEGATO

  

L’INNOCENZA RUBATA: LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEI BAMBINI

INNOCENZAContinua la riflessione del Gruppo Missionario di Scannabue sullo sfruttamento dei bambini e del lavoro minorile. Questa volta viene affrontato un aspetto particolarmente odioso: lo sfruttamento sessuale. Soprattutto perché, e questo è il dato più allarmante che non può essere ignorato, l’industria sessuale è in continua crescita e l’età dei bambini diminuisce sempre di più.                                                                       Continua nell’ALLEGATO