Carissime, Carissimi,
i fatti purtroppo sono noti: il 14 giugno un peschereccio partito da Tobruk, in Libia, si è rovesciato al largo delle coste greche e centinaia di persone, si calcola almeno 600, sarebbero annegate. Le autorità greche, italiane e maltesi, pur allertate, hanno negato i soccorsi, denuncia Alarm Phone. Lo stesso Papa, durante l’Angelus, esprimendo il suo dolore, per le vittime del gravissimo naufragio, ha aggiunto «E sembra che il mare fosse calmo».
Ma che cosa sta succedendo?
Ha ancora senso la litania di condoglianze, di cordoglio, di indignazione, di promesse, per altro mai mantenute?
O forse bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome e di ammettere apertamente che siamo in guerra con i migranti e che loro sono i nostri veri nemici?
Per questo riporto, tratto dall’ultimo numero della rivista ALTRECONOMIA, la riflessione del reporter Maurizio PAGLIASSOTTI, che per Einaudi ha pubblicato nel 2023 il libro “La guerra invisibile. Un viaggio sul fronte dell’odio contro i migranti” Continua nell’ ALLEGATO
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