Articles Tagged with Riflessioni

Notiziario – riflessioni

Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                              in un articolo comparso qualche giorno fa sulle pagine culturali del quotidiano “La Repubblica”, il filosofo Michele CILIBERTO sosteneva la necessità che si avverassero tra di noi un nuovo Umanesimo ed un nuovo Rinascimento. Il motivo di questa affermazione e semplice: Umanesimo e Rinascimento, soprattutto il secondo, non sono stati periodi storici sereni, dove regnava armonia e concordia, come certa storiografia ha cercato di farci credere. Al contrario sono stati anni particolarmente turbolenti se non addirittura caotici. Basti pensare alle continue guerre tra le Signorie italiane e alle successive invasioni francesi e spagnole. Tuttavia proprio in quel periodo così difficile i maggiori artisti italiani dell’epoca non si fecero travolgere dal pessimismo e tanto meno dal disfattismo, “ma reagirono, tentando di dominare con la forza delle idee e con la creatività il disordine, il mutevole. (…) La loro grandezza è nel non chiudersi mai nell’esistente. Anzi lo criticano. E rilanciano sempre, inventando qualche cosa di nuovo: Machiavelli il mito del principe, Michelangelo la Sistina, Campanella la Città del Sole, e così via. sono dei visionari”. Per questo, conclude il professor Filiberto, “mai come adesso gli straordinari pensatori della crisi cinquecenteschi possono insegnarci a non arrenderci, a sfidare il caos creando nuovi modelli di vita”.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                               con il titolo “UN DIVIDENDO DELLA PACE” 50 Premi Nobel fanno appello alla logica per evitare una nuova guerra alimentata dalla corsa agli armamenti. Si tratta di un segnale al mondo molto importante proprio sul finire di questo 2021, che avrebbe meritato molta più attenzione invece della sufficienza con la quale è stato accolto da molta stampa.

Ecco di seguito il testo integrale.
La spesa militare mondiale è raddoppiata dal 2000. Si avvicina a 2 trilioni di dollari USA all’anno e sta aumentando in tutte le regioni del mondo (Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma).
I singoli governi sono sotto pressione per aumentare le spese militari perché altri lo fanno. Il meccanismo di feedback sostiene una corsa agli armamenti a spirale: un colossale spreco di risorse che potrebbero essere utilizzate molto più saggiamente. Le passate corse agli armamenti hanno spesso avuto lo stesso risultato: conflitti mortali e distruttivi.
Abbiamo una semplice proposta per l’umanità: i governi di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite dovrebbero negoziare una riduzione congiunta delle loro spese militari del 2% ogni anno per cinque anni.          Continua nell’  ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missione e Migrantes

Carissime, Carissimi,

il rischio dei viaggi papali è che suscitino un gran clamore nel momento in cui avvengono, ma poi finiscano nel dimenticatoio, come succede alla maggior parte delle situazione che oggi viviamo. Se questo purtroppo avviene nella maggioranza dei casi, non significa che per forza debba diventare una norma. Per questo mi è sembrato giusto ripercorrere alcuni dei momenti salienti del viaggio che dal 2 al 6 dicembre papa Francesco ha compiuto a Cipro e in Grecia, cogliendo dai suoi discorsi alcune parole chiave che non vanno assolutamente dimenticate. La cosa infatti che sorprende di più in questi viaggi apostolici è che Francesco non dice mai niente di scontato o di generico. Anzi tutti i suoi riferimenti sono contestuali non solo alla situazione che sta vivendo, ma anche a quella, che pur a tanti chilimetri di distanza, stiamo vivendo noi.
Il primo grande riferimento è all’apostolo Barnaba nativo appunto di Cipro, che viene definito uomo della pazienza, perchè sa accompagnare senza fretta e con amore la giovane Chiesa di Antiochia, e della fraternità per la capacità che ha, pur riconoscendosi diverso, di valorizzare e di saper accompagnare, camminandogli a fianco, l’apostolo Paolo.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missione e Migrantes

Carissime, Carissimi,
cosa c’entri la campagna dei No Vax con la tragedia della Shoah non lo abbiamo capito e credo che non lo capiremo mai. Ci sembra infatti un accostamento non solo inappropriato nel merito come nel modo, ma anche altamente controproducente perché crea confusione e rischia di riattizzare l’odio. Per questo ci è sembrato interessante e puntuale l’articolo comparso su Famiglia Cristiana, a firma di Andrea RICCARDI, il 14 novembre scorso dal titolo Banalizzare la Shoah un’offesa alle vittime. E qui lo riproponiamo.

“A Novara i no Green Pass sono sfilati vestiti da prigionieri di Auschwitz con casacche a strisce, aggrappati a una corda con nodi che voleva ricordare il filo spinato del reticolato del lager. Così si banalizza la tragedia unica della storia europea, quella della Shoah, mentre si offende la memoria di sei milioni di ebrei scomparsi, dei sopravvissuti e, tra questi, dei pochi che ancora vivono e ci testimoniano quell’orrore. La memoria della Shoah è decisiva per gli italiani e gli europei: un punto di riferimento ineliminabile per la nostra coscienza. Il genocidio non fu compiuto solo dai nazisti, con la loro organizzazione industriale della morte, ma avvenne – è sempre bene ricordarlo – con la collaborazione di italiani, francesi, ucraini, polacchi e vari altri.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico con la Commissione Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                               il giorno 25 novembre di ogni anno viene celebrata la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Si tratta di una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, in ricordo dell’assassinio, avvenuto il 25 novembre 1960, delle sorelle Mirabal, per mano del dittatore domenicano Trujillo, al cui potere si opponevano ed ha lo scopo di sensibilizzare tutta la popolazione mondiale sull’argomento, dando supporto alle donne e ai minori vittime di violenza fisica e psicologica.
Tuttavia, nonostante l’attenzione sempre maggiore degli organi di informazione e dell’opinione pubblica, la situazione non tende a migliorare. Sono infatti già 109 le vittime di femminicidio nel 2021 in Italia, come emerge da un report del ministero dell’Interno, mentre più 20mila le donne prese in carico dai centri antiviolenza secondo la Rete D.i.Re (Donne in rete contro la violenza).
A questo proposito ci sembra importante riportare quanto dice la Rete Con-Tatto (rete contro il maltrattamento alle donne sul Territorio Cremasco), che, costituitasi il 1° gennaio 2010 dall’adesione di sessantaquattro soggetti, è molto attiva nel combattere la violenza contro le donne.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,
il Papa è stato molto chiaro incontrando ad Assisi 500 poveri provenienti da tutto il mondo: «È tempo di restituire dignità e parola ai poveri, perché per troppo tempo le loro richieste sono rimaste inascoltate. E’ tempo che si aprano gli occhi per vedere lo stato di disuguaglianza in cui tante famiglie vivono.
E’ tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro».  E più avanti ha aggiunto: «Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata; a volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri! Un insulto in più… Pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull’ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, sull’ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli».
È vero solo chi è stato povero può capire il dramma della povertà!

Per questo ci è sembrato giusto dare la parola a chi ha vissuto la povertà in prima persona e così dalla rubrica “La lettera” curata da Biagio Maimone del sito “Politicamente corretto” abbiamo tratto la testimonianza scritta di chi ha vissuto questo dramma in prima persona.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, carissimi,
                              so che a molti non è piaciuto che la Veglia missionaria, così come da anni siamo abituati a viverla, sia stata “annacquata” in un’altra Veglia, quella che ha dato il via a un Sinodo che ha e avrà risonanza mondiale. Spesso abbiamo l’impressione che tutto quanto viene da Roma sia per forza un’imposizione, una fatica in più che mette scompiglio nei nostri programmi, fin troppo precisi ed articolati.

No, non credo che sia così! Non credo che il Papa sia così crudele da caricare di un altro fardello le nostre spalle già affaticate… Credo che Francesco abbia scelto questo momento storico, contrassegnato da una profonda crisi umana, politica e religiosa per spingerci a fare tesoro delle tante riflessioni che sono fiorite all’interno delle nostre comunità e che non devono andare perdute, sotto la spinta di una malintesa ripresa che vuole riportare tutto a com’era prima della pandemia. Non si tratta di fare un lavoro in più, quanto di rileggere quanto già stiamo facendo alla luce di un cammino comune, cioè sinodale, che deve contraddistinguere la vita delle nostre Chiese in tutte le suddivisioni: Diocesi, Unità Pastorali, Parrocchie, piccole Comunità.         Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico e le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                              il  7 ottobre si è concluso al Colosseo l’incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito di Assisi: “Popoli fratelli, terra futura”. Alla presenza di molti Capi religiosi è stato ricordato con forza l’impegno delle religioni per camminare insieme verso la pace. «Siamo all’appuntamento di un mondo nuovo, decisi a far tesoro della lezione sofferta della storia delle donne e degli uomini del nostro tempo, decisi a costruire la pace con tutti, specie i poveri e i giovani», ha esordito Andrea RICCARDI, storico fondatore della Comunità, mentre Papa FRANCESCO, nel suo intervento,  sprona contro l’indifferenza ricordando che «Il dolore degli altri non mette fretta» come se non potesse capitare anche a noi.
Al termine, prima che il Patriarca BARTOLOMEO invitasse tutti a scambiarsi un segno di pace, è stato letto un APPELLO PER LA PACE che riportiamo integralmente.          Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico con le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

                                 Iniziamo con la GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO che si è subito trasformata, grazie al sostegno e al contributo della Caritas Cremasca, in una vera e propria Settimana del Migrante e del Rifugiato che, iniziata sabato scorso con la Messa Internazionale, celebrata a S. Carlo in Crema, si articola in tre importanti appuntamenti:

  • dal 25 settembre al 3 ottobre è visitabile presso l’oratorio di Crema Nuova la mostra ROTTE: in viaggio nelle scarpe dei migranti. Si tratta di una presentazione interattiva delle due principali “rotte” migratorie: quella balcanica e quella mediterranea. Un’esperienza adatta sia agli adulti, come ai ragazzi delle scuole medie e alle classi di catechismo.

  • Giovedì 30 settembre, alle ore 21 presso il S. Luigi, si terrà un incontro sul tema molto attuale dei CORRIDOI UMANITARI: dialogo con il vescovo Daniele, Alessandra Morelli (UNHCR), Giorgio del Zanna di S. Egidio e operatori della Caritas in Niger.

  • Domenica 3 ottobre si ricorderà la GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL’IMMIGRAZIONE. Un’occasione perché ogni parrocchia possa ospitare la testimonianza di un migrante.       Continua nell’ ALLEGATO

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Enrico con le Commissioni Missionaria e Migrantes

Carissime, Carissimi,

dopo tante parole, soprattutto di critica, ma anche di analisi seria della situazione precipitata in pochi giorni in Afghanistan, è arrivata la prima resa dei conti: dalle parole ai fatti, dalle dichiarazioni di principio alla concretizzazione delle promesse e degli impegni assunti. Come si diceva la volta scorsa, con il popolo afghano, o per lo meno con una parte di esso, come spiega bene l’ultimo articolo di Gino Strada pubblicato più avanti, abbiamo commesso un’azione davvero ignobile: aver creato delle illusioni! È inutile girarci attorno. Illudere qualcuno, mostrando situazioni e soluzioni nuove e allettanti, è quanto di più disonesto si possa fare se non abbiamo poi la forza di mantenere fede a quanto promesso.
La lettera-invito della Caritas che pubblichiamo di seguito è il minimo che possiamo fare. Sta a noi dimostrare di essere capaci di saper rimediare, offrendo agli afghani in fuga, per aver creduto in noi, una seconda possibilità.
Se non lo faremo, sarà come tradirli due volte.          Continua nellALLEGATO

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