Con l’inizio dell’occupazione della regione del Tigrè da parte delle Forze armate federali etiopi, coadiuvate con le Forze di difesa eritree e la polizia regionale amara, in Etiopia un anno fa esplodeva la guerra civile. Il 28 novembre successivo, l’esercito etiope occupava la capitale tigrina Macallè ponendo fine alle operazioni. A un anno dall’inizio delle ostilità, l’esito iniziale del conflitto è stato capovolto.
Martedì 2 novembre il governo del primo ministro Abiy Ahmed ha dichiarato lo stato d’emergenza nel paese. Dopo dodici mesi di scontri il Tigrè è oggi di fatto una regione indipendente. A partire dalla primavera le forze etiopi hanno progressivamente abbandonato la regione a causa delle difficoltà nel garantire gli approvvigionamenti dell’esercito e dell’impossibilità di sostenere un’occupazione militare sul medio-lungo periodo. La progressiva avanzata del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Tplf) verso sud che ne è seguita, tra le regioni Afar e Amara, ha permesso alle forze tigrine di riversarsi sulle principali arterie che collegano Macallè al resto del paese e conquistare città chiave come Dessiè (principale centro amministrativo della regione amara) e Kombolchà, a meno di 400 km dalla capitale Addis Abeba. Ciò ha indotto l’ambasciata americana a invitare i propri cittadini a lasciare il paese nelle stesse ore in cui il vicino Kenya rafforzava le misure di sicurezza del confine. Continua nell’ ALLEGATO
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